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L’europrogettazione non si improvvisa

L’Italia è da molti anni ai primi posti per numero di enti e imprese che beneficiano di finanziamenti europei a gestione diretta, cioè erogati direttamente dalla Commissione sotto forma di appalti e progetti. Non è vero, dunque, che non sappiamo utilizzare i fondi europei. Dobbiamo però distinguere i finanziamenti gestiti a livello locale da quelli erogati direttamente dalla Commissione. Se le Regioni hanno difficoltà nell'utilizzo dei fondi che l'Unione europea mette loro a disposizione, il sistema italiano fatto di imprese, università, associazioni, enti pubblici e privati, ha raggiunto invece un livello di eccellenza negli appalti e nei progetti europei. Per “vincere” così tanti progetti fatichiamo però più degli altri. Nel programma Horizon 2020, ad esempio, per ogni 100 progetti italiani presentati, ne sono stati finanziati meno di 7. Molti non erano neppure eleggibili. In pratica sono stati scartati prima ancora di essere valutati. Svizzera e Stati Uniti, che non sono nemmeno Paesi dell’UE hanno un tasso di successo più del doppio del nostro. Sono dati che fanno riflettere. Forse troppi enti, imprese e associazioni italiane si lanciano nell’europrogettazione un po’ impreparate o vengono illuse sulle possibilità di ottenere facilmente un finanziamento europeo. Per questo sarebbe necessaria un’informazione più equilibrata su programmi e progetti europei con lo scopo di informare le nostre imprese, ong, enti pubblici e privati, sui benefici ma anche sulle migliori strategie e sulle loro effettive possibilità di accesso ai finanziamenti. Un’ottima idea progettuale non è sufficiente. Si devono presentare progetti di qualità affidandosi a europrogettisti esperti. L’europrogettazione non si improvvisa, dovrebbe essere inclusa nella strategia aziendale.

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